UNO SGUARDO AL PROCESSO CREATIVO DI SARA BALDASSARRE E LETIZIA BUCHINI
Sara Baldassarre, vincitrice del Corso Alta Formazione Creatori – CAF 2024, ha svolto la sua residenza artistica presso IDRA Teatro, insieme a Letizia Buchini, regista, e con il tutoraggio di Niccolò Fettarappa.
Per me CAF è stata un’occasione per trovare finalmente un tempo e uno spazio di creazione, un fondamentale momento di confronto e messa in discussione del mio lavoro autorale e, infine, anche un tramite per conoscere persone e artisti meravigliosi, che hanno arricchito me e il mio progetto.
Il lavoro work in progress presentato a CAF ha portato Sara Baldassarre a svolgere una residenza artistica presso il nostro teatro IDRA tra ottobre e dicembre 2024. È stato un periodo di sperimentazione, rielaborazione e messa in discussione di esperienze personali che parlano il linguaggio universale della generazione under 30.
“Vi è mai capitato di sentirvi in ritardo? Di dire a voi stessi che se entro una certa età non aveste raggiunto i vostri obiettivi avreste abbandonato i vostri sogni per dedicarvi a qualcosa di meno ambizioso? Vi è mai capitato di sentirvi come uno yogurt prossimo alla scadenza? Niente panico, una giovane di successo ha messo insieme tutto quello che ha imparato e che le è servito per arrivare in cima: princìpi universali e verità senza tempo acquisite dalla psicologia dell’arrivismo, filosofia del burnout, economia della disoccupazione, epica delle catastrofi professionali e letteratura delle crociate interiori; realizzando una miscela esplosiva ed esclusiva, una “pozione magica” per numeri uno, che, regola dopo regola, potrebbe farsi sempre più amara, e per qualcuno rivelarsi persino letale.”
Immergiamoci nel racconto di Sara Baldassarre e Letizia Buchini:
[Benedetta – IDRA Teatro] Ciao! Come state?
[Sara Baldassarre] Indaffarate!
[B.] Raccontatemi di voi e della vostra ricerca artistica
[S.B.] Ciao a tutti/e, io sono Sara Baldassarre. Mi sono diplomata, come anche la mia regista, Letizia Buchini, alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, come attrice nel 2019. Abbiamo continuato la nostra formazione artistica e fatto diverse esperienze con altri artisti, attori, registi. Personalmente sono poi arrivata al Corso di Alta Formazione per Creatori – CAF di IDRA Teatro. Sentivo la necessità di portare a compimento un nuovo progetto che da sola probabilmente non avrei mai realizzato e avevo bisogno di compagni di viaggio per poter realizzare il mio obiettivo.
[Letizia Buchini] Io entro in corsa quasi al termine di CAF quando Sara mi ha fatto leggere il testo creato durante il corso. Sara ha poi vinto la residenza artistica e mi ha chiesto di accompagnarla come regista per sviluppare insieme questo progetto. Ci siamo interrogate sulle nostre esperienze personali legate al contenuto dello spettacolo, le tematiche trattate sono infatti estremamente diffuse e condivisibili! Anche io, quando ho letto il testo, mi sono ritrovata molto nella sofferenza di quelle parole per cui a Sara è venuto naturale coinvolgermi quando le è stata affidata la residenza.
La sofferenza di cui stiamo parlando si lega all’ansia da prestazione costante che la nostra generazione vive, dettata dalla dipendenza dal lavoro e da aspettative sociali portate all’estremo. Siamo cresciute con il mantra del “Se lo puoi sognare, lo puoi fare” ma la realtà dei fatti è tutt’altro, tanto più nell’ambito culturale in cui i sogni sono molto grandi e lo star system porta sempre a immaginarci in posizione apicale, estremamente di successo dal punto di vista di popolarità, soldi e riconoscimento sociale.
[S.B.] Proprio ieri parlando con Niccolò Fettarappa, nostro tutor durante la residenza, è emerso che questo progetto parla di rifiuto più che di successo. Rifiuto da parte di chi nega costantemente questo riconoscimento sociale che pensiamo passi per il successo. Scalpitiamo per farci vedere, per essere segnati presenti all’appello, senza mai accontentarci. Chi è nella fascia under 30 è in un costante stato di allerta, uno “stare per”, preparati/e su tutto e pronti/e per il grande salto che sta per arrivare. Sta per arrivare.
[L.B.] E non si sa quando arriva! L’attesa porta questo sogno di successo sfrenato a intensificarsi e aumenta tanto più quanto la realtà dei fatti non permette una vita normale: potersi pagare le bollette, permettersi una casa, creare una famiglia. La discrepanza tra questo sogno lontanissimo di successo diventa tanto più grande quanto il fatto che non riceverai neanche il poco che potresti ricevere.
[S.B.] A proposito di questo, ieri abbiamo creato un nuovo pezzo che parla dell’essere affamati, una fame che parte dal cibo e si intensifica talmente tanto da diventare impulso di mangiare l’amministratore delegato di una grande azienda. La verità è che non riusciamo più a goderci un piatto di semplice minestra e non ne siamo capaci perché non ci viene più data la minestra. Vorremmo sempre di più perché non ci viene riconosciuto nemmeno il minimo.
[B.] Sara, maturavi queste idee da tempo?
[S.B.] Non proprio. Grazie a Davide D’Antonio [n.d.r. direttore artistico IDRA Teatro] e al Corso Alta Formazione per Creatori – CAF, è nata l’idea che non è colpa mia se ancora non ho raggiunto il successo. Durante CAF ho letto e studiato libri motivazionali e di life coaching, e ho creato un testo, originariamente tutto in rima, che parlava di regole per raggiungere il successo. Questa residenza, grazie anche al tutoraggio di Niccolò Fettarappa, ha permesso a Letizia e me di far detonare il testo, rendendolo meno bidimensionale e più tridimensionale. Abbiamo approfondito, creato pozzi, buchi in cui sprofondare, brecce di verità. La dimensione molto brillante della rima più non bastava, era molto bella ma abbiamo dovuto fare i conti con il dolore del rifiuto. Ora siamo a questo punto, stiamo affondando ma la nostra nave riemergerà. Niccolò Fettarappa ci ha dato una grossa mano in questo senso. È una persona focalizzata e arguta, mai un momento di distrazione. Abbiamo chiesto proprio a lui di seguirci come tutor per l’urgenza che ci accomuna di fronte a tematiche simili e per la sua libertà creativa dirompente scenica e drammaturgica.
[L.B.] Ha messo un petardo dentro al testo e lo ha fatto esplodere.
[S.B.] Detonare e sprofondare.
[B.] Come è cambiato il progetto dalla sua idea originaria? Quanto è presente la vostra esperienza personale?
[S.B.] Il testo è cambiato radicalmente. I contenuti ci sono ancora, a volte come già erano, a volte in maniera totalmente diversa. E sì, c’è del reale. Il suggerimento di Niccolò Fettarappa è stato di non dimenticarci di Sara, io, di usare il mio bagaglio di esperienze personali e quello di Letizia. Era fondamentale che questo emergesse. Un’altra differenza, quindi, rispetto a quanto detto prima, riguarda il discostamento dal testo originale per valorizzare l’aspetto autobiografico del progetto. Il rischio dell’autoreferenzialità è sempre alto ma cercheremo di non caderci. Lavorare ripercorrendo la propria esperienza personale legata a determinati temi è molto doloroso, un faccia a faccia e un frontale a 200 km all’ora. Questo aspetto è però fondamentale per ricostruire i pezzi della macchina e, se non ci fosse, lavoreremmo solo con le belle parole. Anche il titolo che avevamo originariamente scelto, Yuppie Education, non rispecchia più quanto vogliamo esprimere, è troppo lontano rispetto alla nostra generazione oggi. E aver voluto avvicinare il testo a esperienze più personali porta di conseguenza a un cambio anche nel titolo, per ora non ancora definito.
[B.] Parliamo invece della residenza, cosa vi aspettavate prima di arrivare a IDRA Teatro e come state vivendo la residenza?
[S.B.] Inizialmente mi aspettavo di finire lo spettacolo. Arrivata qui mi sono accorta che la prima residenza non serve a questo ma a perdersi nel materiale, ritrovarsi, esplorare. Avevo la volontà di finire lo spettacolo ma, in realtà, il processo creativo è molto più complesso.
[B.] E come intrecciate il vostro lavoro?
[L.B.] Stiamo lavorando molto in scrittura scenica ossia il passaggio dal tavolo alla scena è continuo. In questi giorni, come da settembre a dicembre, ci siamo dedicate tanto all’improvvisazione per scardinare il testo iniziale e connetterci con l’esperienza personale, guardando da dentro i temi trattati. Ora siamo in una fase di taglia e cuci in cui un po’ si scrive un po’ si prova, vediamo come va una scena, ci rimettiamoci a tavolino, poi riproviamo, non funziona allora taglia e rifai. Fare anche delle prove generali ci costringe a metterci di fronte ai pezzi fatti fino ad ora, a metterli insieme, sistemarli, cucirli e assestarli per capire se la modalità di scrittura scelta funziona e se comunica come vorremmo.
È molto bello, lavoriamo bene insieme! La mia sfida è stata capire come affiancare un progetto nato da un’altra persona che decide di condividere tematiche personali, a cui io mi sento molto vicina, e comprendere come preservare la sua urgenza primigenia unendola con la mia per renderla un’esperienza che parla a livello universale.
[B.] Di cosa avete bisogno per ultimare lo spettacolo?
[S.B.] Dopo questa residenza abbiamo bisogno di uno stop, di far depositare il materiale senza pensarci più. Poi avremo necessità di concretizzare la forma dello spettacolo, che con il tempo si sta delineando, ed esploreremo altro ancora, per arricchire e ordinare. Vorremmo debuttare nel 2025!
Sara Baldassarre, milanese, classe 1996, si diplomata all’Accademia Nico Pepe di Udine nel 2019. Continua la sua formazione artistica studiando con vari artisti, tra cui Roberto Latini, Savvas Stroumpos e Fausto Paravidino. È autrice e interprete di due monologhi vincitori di importanti premi teatrali nazionali.
Letizia Buchini, friulana, classe 1996, si diplomata all’Accademia Nico Pepe di Udine nel 2019. Continua la sua formazione artistica studiando alla Piccola Università Teatrale (MI) e allo Studio Arearea (UD). È attrice e co-autrice in diversi progetti che ricevono importanti premi nazionali, nonché regista di performance site-specific. Collabora con A.Artisti Associati (GO) ed è parte del Laboratorio di scrittura Mateârium.
Sara Baldassarre e Letizia Buchini si conoscono all’Accademia Nico Pepe di Udine. Il primo progetto che le porta a collaborare è Passanti, performance site-specific realizzate nel 2021 alle porte di alcuni cimiteri friulani, in cui Letizia ha curato la regia, Sara è stata coinvolta come attrice e insieme hanno lavorato alla drammaturgia. Attualmente, le due artiste si trovano in residenza a IDRA Teatro (Brescia). E, supportate dal tutoraggio artistico di Niccolò Fettarappa, stanno completando la creazione del loro secondo progetto. Una versione in forma di corto del progetto è stato presentata questo 18 novembre al Concorso Nazionale Giovani Realtà del Teatro di Udine, vincendo il Premio degli allievi dell’Accademia Nico Pepe.