Anche quest’anno la festa di Natale di IDRAfactory si è caratterizzata da gioco, risa, condivisione: troppo “semplice” scambiarci gli auguri davanti a una fetta di panettone (o pandoro!)
Come sfida per concludere insieme questo 2024, abbiamo chiesto agli studenti e studentesse IDRAfactory di dividersi in squadre e realizzare dei tableau vivant a partire dalla storia Il cammello che si credeva una renna scritta e letta dai nostri docenti Davide D’Antonio e Daniele Milani, con il supporto degli altri/e docenti presenti. Un’attenta giuria ha selezionato e donato premi ai quadri viventi più audaci, creativi e realistici per un totale di 14 scene e 42 tableau, tante polaroid sfocate e ricordi creati. Ecco il risultato:
La storia: Il cammello che si credeva una renna
Babbo Natale osserva preoccupato una tempesta di neve dal finestrone della sua casa al Polo Nord. “Le previsioni erano chiare: sereno per tutta la notte. Chi sta portando scompiglio nella mia Groenlandia?” esclama.
Intanto, il cammello Gasparito vaga tra i ghiacci, convinto di essere su una scorciatoia per Betlemme. “Ma dov’è il deserto?” brontola scuotendo le gobbe infreddolite.
Rudolph, la renna col naso rosso, avvista una sagoma traballante sulla neve. “Babbo, ci siamo! Un predatore! Sta per attaccare la slitta!” urla, allertando l’intera squadra di renne. Babbo prende il suo binocolo magico e sgrana gli occhi: “Non è un predatore, è… un cammello? Ma cosa ci fa qui?”
Le renne, guidate da Blitzen, si lanciano verso il cammello. “Fuori dal nostro territorio!” sbraitano. Gasparito, terrorizzato, si rifugia dietro un blocco di ghiaccio. “Aspettate! Sono un messaggero divino! Sono… ehm… smarrito?”
Babbo interviene con un megafono: “Pace, pace! Lasciatelo parlare!”
Attorno al camino nella casa di Babbo Natale, Gasparito spiega: “Stavo seguendo una stella quando sono finito qui. Poi non l’ho più vista! Ero diretto a Betlemme!”
Babbo annuisce comprensivo. “Tipico errore da GPS celeste. Dunque sei un cammello magico, eh?”
Gasparito fa spallucce. “Beh, più o meno. Ho due gobbe e un po’ di carisma.”
Babbo propone: “Ti riporteremo a casa. Ma dovrai lavorare con noi fino a Natale. La mia squadra è un po’ arrugginita.”
“Ma io non sono una renna!” protesta Gasparito.
“Ti metteremo un paio di corna finte. Chi vuoi che noti la differenza nel buio?”
Le renne tentano di insegnare a Gasparito a trainare la slitta. “Usa la gobba per equilibrare!” suggerisce Prancer.
Gasparito inciampa in ogni passo, seminando regali ovunque. “Non sono nato per questo! Mi spezzo le ginocchia!”
Rudolph accusa Gasparito di cercare di rubargli il posto. “Non basta essere strano per brillare nel team!” dice.
Gasparito risponde: “Io? Rubare il posto? Ho già abbastanza problemi a non ghiacciarmi la gobba!”
Durante una pausa, Gasparito si avvicina al distributore magico di cioccolata calda. “Oh, un po’ di caldo!” esclama. Ma il macchinario si inceppa, esplodendo in una fontana di cioccolato che imbratta tutti.
Babbo sospira: “Forse questo cammello non è proprio una risorsa…”
Per dimostrare il suo valore, Gasparito tenta un test di volo con la slitta. “Solo un giretto!” dice. Ma si schianta in un iceberg, distruggendo metà dei regali.
“Abbiamo lavorato un anno per confezionarli!” piange Vixen.
Umiliato, Gasparito decide di scappare. “Non sono fatto per il Natale,” si dice. Ma viene fermato da Donner: “Anche noi abbiamo fatto errori. Rudolph una volta ha acceso il naso in una grotta e svegliato un orso polare. Rimani con noi.”
Babbo riceve una lettera urgente: un bambino in Groenlandia vuole un regalo speciale. Ma la slitta è fuori uso. “Tocca a te, Gasparito. Sei il nostro unico mezzo di trasporto disponibile!”
“Ma io non volo!” protesta Gasparito.
“Nemmeno tu, quando sei arrivato qui,” ribatte Babbo. “Eppure hai viaggiato per chilometri.”
Con corna finte e una dose di magia natalizia, Gasparito si ritrova a volare. “Sto… volando! Sto davvero volando!” esclama. Ma le sue gobbe si rivelano poco aerodinamiche, facendolo oscillare come un pendolo.
Nonostante tutto, Gasparito atterra con stile (più o meno) e consegna il regalo. Un bambino entusiasta lo abbraccia. “Grazie, renna gobba!”
“Renna gobba?” pensa Gasparito, ma lascia perdere.
Tornato alla base, Gasparito è accolto con una festa. “Hai dimostrato di avere il cuore di una renna!” dice Babbo.
Rudolph gli offre una zampa. “Forse non sei così male, dopo tutto.”
Con il Natale concluso, Babbo prepara una slitta speciale per riportare Gasparito dai Re Magi. “Finalmente torni a casa,” dice con un sorriso un po’ tirato. “Non che ci mancherai, ma il Polo Nord non è attrezzato per ospitare ungulati desertici.”
Gasparito si gira verso le renne, visibilmente commosso. “Non dimenticherò mai tutto quello che mi avete insegnato: il coraggio, il lavoro di squadra… e che non importa quanto uno ci provi, resterà sempre fuori posto in un branco di renne.”
Rudolph fa un passo avanti. “Ehi, non è vero. Sei uno di noi. Anche se sembri una coperta elettrica con le gambe, hai fatto più di quanto ci aspettassimo. Seriamente, non ci aspettavamo nulla.”
Mentre Gasparito sale sulla slitta, Babbo gli mette in mano un pacco regalo. “Un piccolo ricordo del Polo Nord,” dice con un sorriso. Gasparito lo apre e trova un paio di corna vere. “Così non dovrai più portare quelle finte,” dice Babbo con un ghigno.
La slitta decolla, ma qualcosa sembra andare storto. La magia di volo si blocca e Gasparito precipita in un banco di neve. Le renne trattengono il respiro, ma dopo qualche secondo il cammello riemerge, illeso e raggiante.
“HA! Sono sopravvissuto anche a questo!” urla. “Sono indistruttibile!”
Babbo e le renne si guardano, poi scoppiano a ridere. “Forse il Natale ha davvero bisogno di un cammello,” ammette Babbo. “Magari non per trainare la slitta, ma… beh, potresti tenere lontani i coyote polari.”
Gasparito ride. “Sapete una cosa? Mi terrò le corna. Magari il prossimo anno torno a trovarvi, giusto per scombinare un po’ le cose.”
Le renne applaudono, Babbo sbuffa, ma c’è un sorriso nei suoi occhi. “Se torni, porta del fieno. Qui al Polo Nord il catering lascia un po’ a desiderare.”
E così Gasparito vola verso casa, con le corna in testa, un sorriso sotto il gelo, e il segreto del Natale: anche se sei fuori posto, puoi comunque fare un disastro leggendario che tutti ricorderanno con affetto.
FINE.
È stato divertente e abbiamo anche mangiato e bevuto! Buone feste a tutti e tutte i nostri studenti e studentesse🎄