Siamo felici di annurciare che anche nel 2025 collaboreremo con il Piccolo Cinema Paradiso: un weekend al mese all’insegna di film d’autore con presentazioni e chiacchiere informali sui film, condite da bevande e dolci artigianali!
Le proiezioni di febbraio parleranno di amore (Jim Jarmush) e di malattia mentale (Ingmar Bergman) e per ricordare il grande regista David Lynch recentemente scomparso, Piccolo Cinema Paradiso propone un suo cortometraggio prima dell’inizio delle proiezioni.
I posti sono solo 20, ti consigliamo la prenotazione al numero di telefono 339 3984053 e alla mail ilpiccolocinemaparadiso@gmail.com
Sabato 22 febbraio, ore 20.30 – IDRA Teatro (Workspace)

SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO (Only lovers left alive) di Jim Jarmush, 2013, 123″
In Solo gli amanti sopravvivono, creature immortali, nel momento in cui si trovano ad affrontare uniti le difficoltà che sorgono nella loro esistenza di aver scelto di non danneggiare gli esseri umani per soddisfare il loro bisogno di bere sangue puro, devono la loro sopravvivenza al fatto che si amano. I temi trattati oscillano fra la supremazia dell’Amore, il valore fondamentale dell’Arte, la passione per le Scienze, la compassione verso gli esseri umani per ciò che in loro rispecchia la Natura, e la Musica, fra le arti quella che più si avvicina al Cinema. Nel film Jim Jarmusch, soave poeta ed esploratore degli aspetti più reconditi dell’esistenza, costruisce un film ipnotico, in grado di far calare lo spettatore senza riserve nelle vite sospese dei protagonisti.
Domenica 23 febbraio, ore 20.30 – IDRA Teatro (Workspace)
COME IN UNO SPECCHIO (Sasom i en spegel) di Ingmar Bergman, 1961, 89″
Come in uno specchio è il dissacrante avvio della trilogia teologica, in cui la ricerca di Dio assume le forme, claustrofobiche, della malattia mentale. Uno dei temi principali del film (e dell’intera opera bergmaniana) è il costante dubbio dell’artista (e dell’uomo) su se stesso, che ha portato l’opera a vincere l’Oscar come miglior film straniero. Il tema del doppio, dell’illusione di chi, guardandosi allo specchio per cercare Dio o il vero sé, finisce per oltrepassare quella sottile linea di confine che separa l’essere e l’apparire, il sogno e la realtà, la maschera e il volto, e l’accesso all’altro da (e di) sé, sfociando nel peculiare ribaltamento ottico che si assiste alla deflagrazione– a due a due – delle relazioni convenzionali tra padre e figlia, suocero e genero, marito e moglie, fratello e sorella. La drammaticità della situazione emerge dai personaggi e non da quanto li circonda. Gli elementi scenografici sono ridotti al minimo e il realismo rasenta il simbolismo.

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